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ARCHIVIO STORICO ENRICO CASTELLI

NOTIZIE DALL’ARCHIVIO

L’Associazione Culturale la Farandola raccoglie, conserva e valorizza il patrimonio archivistico storico-culturale dell’artista Enrico Castelli. Il fondo,  nel 2018 rientra nella  sfera di tutela e conservazione ed è stato dichiarato di “interesse storico particolarmente importante da parte della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio.

 

Enrico Castelli: L’interesse storico del suo archivio tra disegni, progetti, incisioni e appunti personali

 

Sotto ogni punto di vista l’arte italiana del XX secolo ha visto l’Italia in una posizione di primo ordine con movimenti che hanno segnato ricerca e sperimentazione, mantenendo una memoria storica senza però trovare soluzioni semplicistiche o riduttive.

Dalle avanguardie storiche alla neoavanguardia, dal futurismo all’arte povera dalla metafisica alla transavanguardia, tracciando un’identità di appartenenza mediterranea capace però di rappresentare la modernità ma senza appiattirsi su modelli americani o nord europei.

Un esempio importante è l’artista Enrico Castelli: sculture, pittore, incisore, inventore che ha cavalcato tutto il XX secolo italiano che va dagli anni ’30 fino al dopoguerra arrivando agli anni ’80, periodo della sua scomparsa. La figura di questo artista molto raro nel panorama europeo del Novecento è senza dubbio poliedrica, la sua creatività ha spaziato a tutto campo, impegnandosi in applicazioni sperimentali con tenacia e continuità. Fin dalla prima giovinezza frequenta a Roma, con proficua assiduità, le massime sedi istituzionali della formazione artistica, dall’“Accademia libera del nudo” alla titolata “Accademia di S. Luca” alla “Scuola dell’arte e della medaglia”.

Questa intensa e ricca preparazione prelude all’attiva presenza di Castelli, prima di tutto come scultore, che è la qualifica riportata sul suo passaporto, ma, con non minore rilievo, come pittore, incisore e non solo. Infatti, realizza innumerevoli brevetti nel campo dell’edilizia e della meccanica, progettando addirittura una grande fornace per laterizi in Sudafrica e la costruzione di un edificio industriale con studi di artisti a Roma. Negli anni ’30, quando il futurismo e la metafisica erano in pieno fervore diventando un modello anche in Europa, a soli ventiquattro anni realizza due statue per il Palazzo degli Uffici Finanziari di Bari. Nel 1934 realizza il ritratto della medaglia d’oro al valor militare Giorgio Tognoni, concorso di Casa Reale, nello stesso anno vince il primo premio di scultura alla VII Sindacale di Roma, alla cui manifestazione partecipano artisti di elevato spessore come Mafai, Pirandello, Cagli, scultori come Antonietta Raphaël e Mirco Basaldella, fratello di Afro, il quale partecipa l’anno successivo vincendo il primo premio sezione scultura. In quell’occasione, la Galleria d’Arte moderna acquista un suo bronzo.

Nel 1940 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna acquisisce anche un suo bronzo e nello stesso anno realizza la statua del Duca degli Abruzzi per la Mostra d’Oltremare. Nel 1941 per l’ente Autonomo Esposizione Universale e Internazionale di Roma realizza due altorilievi destinati all’interno del tamburo della cupola della chiesa dei S.S. Pietro e Paolo, nel 1942 esegue la statua, lo Schermitore per le Scuole del servizio antincendi alle Capannelle a Roma e, nello stesso anno, vince il premio di scultura dell’Accademia di San Luca. Nel 1945 ha collaborato nel progetto di ricostruzione per l’Abbazia di Montecassino come scultore insieme al pittore Giorgio Quaroni e i progettisti architetti Guido Ignazio, Enrico Lenti, Giulio Sterbini e agli ingegneri Leonardo Castelli e Aldo della Rocca. Nel 1950, con Giorgio Quaroni, lavora alla cappella di Santa Caterina da Siena nella chiesa di Sant’Eugenio a Roma.

A partire dal 1958 progetta e fa costruire un palazzo sulla via Prenestina a Roma, concepito come struttura per ospitare una stamperia d’arte, sotto la sua direzione, e studi per artisti; nel tempo vi hanno lavorato oltre che lo stesso Castelli anche Domenico Rambelli, Eliseo Mattiacci, Maurizio Mochetti. Nella stamperia, una delle più importanti a Roma in quegli anni, sono state realizzate opere di Afro, Renato Birolli, Alberto Burri, Antonio Corpora, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Franco Gentilini, Mino Maccari, Mimmo Rotella, Bruno Saetti, Toti Scialoja, Antonio Scordia, Orfeo Tamburi, Renzo Vespignani, Bruno Caruso, Alberto Ziveri. La stamperia cessò la sua attività nel 1963.

Nel 1960 vinse il premio per il monumento alla Brigata Sassari, nel 1961 realizzò delle opere decorative per la nuova sede Rai Tv di Napoli. Nel 1962 si occupò del rivestimento interno di legno decorato per la cupola della cappella delle suore di Nevers a Roma; insieme all’altare, crocifisso, balaustra, acquasantiera e ciborio. Negli anni ’60 fino agli anni ’80, sono state molte le collaborazioni attive, soprattutto con Burri e Afro. Ci sono molti scritti che testimoniano ciò nell’Archivio Castelli, in possesso dell’associazione La Farandola, corrispondenze che testimoniano la loro frequenza attiva. Ed è proprio a questo periodo che risale una sua produzione di tecniche miste su supporti quali: cartoni pesanti, tele, sculture in ferro e incisioni che sono rimaste quasi del tutto segrete, (come fece Jean-Baptiste Camille Corot, che dipinse le sue tavolette sulla campagna romana con cui ha scoperto la sua nuova pittura, rimaste nascoste). Questi suoi ultimi lavori stravolgono il suo linguaggio stilistico, che dal figurato passa a un astrattismo geometrico molto personale, sia a livello di scultura sia di pittura, rimanendo comunque fedele alla sua personale vena poetica.

L’archivio è consultabile dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico al 347.6674620