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Published on: Archivio Storico Enrico Castelli

Nota biografica Enrico Castelli

 

Enrico Castelli nacque a Roma il 20 aprile 1909 da genitori di origini liguri. Primo di due figli, ebbe con la sorella minore Giselda uno stretto rapporto affettivo, consolidato ulteriormente dalla comune attitudine artistica. Castelli frequentò nella capitale le più importanti sedi della formazione artistica del tempo: alla fine degli anni ’20 fu studente del Museo artistico industriale di Roma, nel 1930 si diplomò alla Scuola dell’arte della medaglia e negli stessi anni, prima del 1931, frequentò l’Accademia libera del nudo, l’Accademia di san Luca e l’Accademia di Francia. Tra il 1931 e il 1932 svolse il servizio di leva nel Regio esercito.

Artista poliedrico, si espresse agli inizi principalmente nella scultura, senza tuttavia abbandonare il disegno più puro. Fin dagli anni ’30, partecipò a numerose mostre ed esposizioni, ricevendo importanti riconoscimenti. Negli anni 1933 e 1934 realizzò due statue per il Palazzo degli uffici finanziari di Bari e il ritratto della medaglia d’oro al valor militare Giorgio Tognoni, nel concorso di Casa reale. Nel 1937 vinse il primo premio della scultura nella VII sindacale di Roma, manifestazione di primo piano per molte discipline artistiche, che vide negli anni la partecipazione di illustri artisti italiani. Nello stesso anno partecipò e vinse al concorso per dieci bozzetti per francobolli per l’Africa orientale italiana (A.O.I.).

Nel 1940 la Galleria d’arte moderna di Roma acquisì un suo bronzo e nello stesso anno ricevette l’incarico di eseguire la statua del Duca degli Abruzzi per la mostra d’Oltremare di Napoli. Nel dicembre 1940 firmò il contratto per l’esecuzione di altorilievi marmorei raffiguranti gli evangelisti san Giovanni e san Matteo per la cupola della chiesa dei SS. apostoli Pietro e Paolo, nel quartiere EUR di Roma, per l’Esposizione universale che si sarebbe dovuta svolgere nel 1942, ma che non ebbe luogo a causa degli avvenimenti bellici. Per l’E42 disegnò inoltre un manifesto pittorico, conservato nell’archivio.

Nel 1942 eseguì la statua “Lo schermitore” per le Scuole centrali del servizio antincendi a Le Capannelle di Roma, presentò i suoi disegni alla mostra per i programmi dell’E.I.A.R. (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) e vinse il premio di scultura dell’Accademia di san Luca per un’opera esposta alla X mostra sindacale di Roma.

Tra il 1940 e il 1943 risulta chiamato in guerra dall’esercito con il grado di Capitano, periodo in cui le sue opere furono esposte in una mostra individuale per artisti in armi presso il Dopolavoro di Verona, dove comandava il 52° Reggimento di marcia.

Come disegnatore e incisore, nel 1944 firmò il contratto con l’editore Belardetti per la realizzazione delle tavole di un’edizione artistica di lusso de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni e tra il 1944 e il 1945 collaborò, come scultore, all’importante progetto di ricostruzione dell’abbazia di Montecassino, insieme al pittore Giorgio Quaroni, agli architetti Ignazio Guidi, Enrico Lenti, Giulio Sterbini, agli ingegneri Leonardo Castelli e Aldo della Rocca. Della seconda metà degli anni’40 sono inoltre alcuni concorsi per la realizzazione di medaglie.

Tra il 1949 e il 1952 lavorò alle decorazioni scultoree della cappella dedicata a santa Caterina nella chiesa di S. Eugenio a Roma, nuovamente insieme a Giorgio Quaroni, che realizzò quelle pittoriche. Quello dell’arte sacra fu un filone artistico su cui Castelli continuò a lavorare nei decenni successivi e che lo appassionò nella riflessione teorica, in merito al rapporto tra religione e arte. Disegnò il manifesto ufficiale del giubileo del 1950; negli anni ’50 eseguì la statua in bronzo di san Donato per la parrocchia di Ponzano di Castel di Serravalle (Bologna) e la decorazione della chiesa dell’Istituto per la rieducazione dei grandi invalidi del lavoro di Palermo; partecipò, insieme ad altri tredici artisti di fama, alla realizzazione delle stazioni della via crucis per la chiesa parrocchiale della piccola Avilla di Buja (Udine) e realizzò in bronzo un crocifisso per la cappella dell’Istituto san Leone Magno di Roma. Ancora nel 1962 si occupò del rivestimento interno di legno decorato per la cupola della cappella delle suore di Nevers a Roma, insieme ad altri manufatti di arredamento sacro.

Ma Enrico Castelli fu personalità artistica eclettica e il suo ingegno si manifestò anche nel campo della meccanica: sono molte le invenzioni e le idee irrealizzate testimoniate dal suo archivio. Del 1936 è la privativa di un modello di cofano anteriore di autoveicolo; negli anni ‘40 e ’50 brevettò un mattone in laterizio per costruzioni ad incastro, il brevetto “Etruria”, invenzione che doveva essere presentata all’Esposizione di Roma del 1942 e il cui gruppo risulta registrato fino alla fine degli anni ’40 presso il suo studio di scultore in via Flaminia a Roma. Per il mattone Etruria progettò una grande fornace in Argentina e i diritti di utilizzo del brevetto furono concessi in molti paesi esteri.

Durante tutta la sua vita fu creatore e ideatore instancabile di soluzioni innovative, testimoniate dai suoi appunti relativi a modifiche concepite per apparecchi esistenti, come il telefono e il telaio tessile; per l’automazione di congegni quotidiani, come le serrature e le cucce per animali domestici; fino agli studi sulla fotografia, gli esperimenti per un regolatore automatico della luce e i miglioramenti ideati per strumenti fondamentali nell’arte della stampa, centrale nella sua attività degli anni ’60: il pantografo e l’essiccatore per stampe.

Fin dall’immediato dopoguerra fu viva in lui l’idea di creare un “Centro delle arti” a Roma, che potesse essere luogo di incontro di artisti e artigiani di diversi settori, dai pittori agli scultori, dagli architetti agli scrittori, un luogo nevralgico per scambi di idee e per la produzione artistica della capitale. Molti degli artisti che collaborarono con lui negli anni ’60 aderirono al progetto fin dalla prima ora. Questo proposito si attuò nel momento in cui, a partire dal 1958, Castelli progettò e fece costruire un palazzo sulla via Prenestina, a Roma, concepito per ospitare una stamperia d’arte e diversi studi per artisti. Alcune delle personalità più influenti del tempo ebbero lo studio nel suo laboratorio negli anni ’60, tra i quali Domenico Rambelli e Bruno Canova, e molti altri collaborarono e realizzarono le loro opere nella stamperia Castelli, una delle più importanti di Roma. Tra questi si annoverano: Afro, Renato Birolli, Giovanni Brancaccio, Alberto Burri, Domenico Cantatore, Bruno Caruso, Antonio Corpora, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Franco Gentilini, Mino Maccari, Ivan Mosca, Giorgio Quaroni, Mimmo Rotella, Bruno Saetti, Toti Scialoja, Antonio Scordia, Orfeo Tamburi, Renzo Vespignani, Alberto Ziveri. Negli stessi anni diresse un’edizione di stampe di litografie di artisti contemporanei e nel 1962 risulta iscritto come calcografo, con laboratorio in via Prenestina, presso la Camera di commercio industria e agricoltura. Negli anni ’60, inoltre, realizzò opere decorative per la nuova sede Rai tv di Napoli e il suo bozzetto per il concorso nazionale per il monumento alla brigata Sassari, presentato con il pittore Giorgio Quaroni e gli architetti Ugo Magrì ed Americo Romitelli, fu premiato tra i primi tre.

Durante tutta la sua vita Enrico Castelli non smise di riflettere sul ruolo dell’arte e degli artisti, sul compito culturale delle maggiori manifestazioni artistiche, come la Quadriennale di Roma, sul rapporto dell’arte con la cultura e la religione. Fu scultore – come recita il suo passaporto – fu disegnatore, pittore, incisore, stampatore, inventore, ma anche fotografo, scrittore e poeta; collaborò con una vasta cerchia di artisti del Novecento italiano e il suo archivio ne è preziosa testimonianza. Castelli svolse attività artistica, nel senso più vasto del termine, fino al 1980, quando morì il 14 aprile.

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L’Associazione Culturale La Farandola è sempre interessata a raccogliere il maggior numero di documenti di Enrico Castelli. Qualora aveste a disposizione immagini, o semplici documenti legati alla storia di Enrico Castelli, e foste interessati a conferirli, ci potete contattare ai seguenti recapiti:

archiviostoricocastelli@lafarandola.net

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