Che cos’è il fumetto? È un’arte che combina immagini e parole per raccontare storie che appassionano sia il pubblico maschile che femminile. Ci sono opere che sono diventate parte della storia e sono indimenticabili, mentre altre continuano ancora oggi a emozionare e colpire il cuore dei loro lettori. In Giappone, le riviste sono al centro dell’intero mercato del fumetto e sono il principale mezzo attraverso il quale il genere ha guadagnato popolarità tra un vasto pubblico. Nonostante la crisi del settore editoriale abbia avuto un impatto sull’economia giapponese, le riviste rimangono ancora il principale supporto per l’editoria a fumetti. È con questo spirito che L’Associazione Culturale La Farandola ha lavorato in occasione della XVI edizione dicembre. Arte, abbiamo pensato di dedicare l’iniziativa annuale a una forma di fumetto giapponese: i Manga. Uno dei tratti distintivi della cultura giapponese è l’ampia diffusione dei manga. Per i giapponesi, la lettura dei manga è un’attività comune e naturale, radicata nella loro storia e cultura. Un aspetto interessante è che i giapponesi hanno un concetto di immagine incorporato nella loro stessa scrittura, attraverso l’uso degli ideogrammi chiamati kanji. Oltre ad essi, utilizzano tre alfabeti diversi, insieme ad altre immagini nella stessa frase. Questo mix di elementi visivi, lettere latine, numeri e simboli rende la lettura dei manga un’esperienza visiva e interattiva. I manga, in tal modo, diventano un vero e proprio mezzo di comunicazione ed apprendimento in Giappone. È interessante notare che il termine “manga” ha avuto origine nel 1600, quando veniva utilizzato per descrivere le immagini presenti sulle pareti dei templi, che attiravano l’attenzione dei visitatori. Successivamente, queste immagini furono riprodotte su tavole di legno per renderle accessibili a un pubblico più ampio nelle città e nei villaggi. In questi anni il termine “manga” indicava uno stile, mentre “edo” veniva utilizzato per le riproduzioni dei soggetti meno religiosi. Nel 1702, l’artista manga (mangaka) Shumboko Ono, volle raccogliere i propri disegni in un libro, che è considerato la raccolta manga più antica del Giappone. Nel corso del secolo successivo, la tradizione delle raccolte di manga, chiamate “tobae”, si diffonde in tutta la società giapponese. Verso la fine del XVIII secolo, molti scrittori e artisti iniziarono a utilizzare il termine “manga” in diverse pubblicazioni, come il libro di illustrazioni “shiji no yukikai” di Santo Kyoden e il “Manga hyakujo” dell’illustratore Aikawa Minwa, entrambi pubblicati nel 1798. Oggi, quando parliamo di manga, ci riferiamo a un genere di fumetto che fonde illustrazioni e testo per narrare storie di vario genere. Esso si caratterizza da un’identità visiva unica e dalla lettura da destra a sinistra, adotta un formato leggermente più grande e le vignette seguono l’ordine di lettura delle pagine, partendo dalla destra. Lo stile dei manga è facilmente identificabile per alcuni tratti tipici del disegno orientale, come gli occhi grandi e le acconciature fantasiose. Inoltre, lo stile di narrazione dei manga è molto attento all’espressività e ai dialoghi interiori dei personaggi. I manga sono spesso adattati i serie animate, chiamate Anime, che hanno goduto di una popolarità ancora maggiore in Europa rispetto ai manga stessi. Esempi di fenomeni di successo includono: Dragon Ball, Naruto e One Piece.