Skip links
Published on: La Farandola News

La Farandola NEWS intervista…

 Mariella Pazienza

 

Pugliese cresciuto a San Severo (Foggia), ha vissuto a Pescara e Bologna. E’ uno dei principali e indiscussi fumettisti del nostro Paese. Soprannominato”Paz”, tra i personaggi da lui creati ricordiamo: Pentothal, Zanardi, Pompeo, ha collaborato con riviste tra cui: Frigidaire, Corto Maltese, Comic Art, ecc..

Artista a tutto campo, ha realizzando anche diverse copertine di dischi. Conosciamolo meglio attraverso la sorella Mariella, che di lui è una forte sostenitrice.

L’Associazione Culturale “La Farandola”propone per l’anno 2014 una mostra dedicata ad Andrea, sono tanti quelli che lo ricordano come un vero artista, un vero “genio”nel suo campo e non solo….la sua infanzia….. ecco quando avete scoperto questa sua creatività?

Andrea ha cominciato a disegnare da piccolissimo,ancora prima di parlare. E’ stato il suo primo modo di comunicare ed è apparso subito chiaro che fosse particolarmente dotato per il disegno. Il primo riconoscibile lo ha fatto a 18 mesi : era un orso.

Ci sono storie dedicate ai bambini, i suoi stessi primi quaderni scolastici ne sono l’emblema…Cos’è un fumetto per un bambino? Che segnale ha lasciato Andrea a queste “piccole” generazioni?

Da bambino Andrea si divertiva a realizzare dei veri e propri giornaletti, con storie a fumetti e giochi vari. Si divertiva e li vendeva ad amici e parenti. Penso sia una cosa diffusa tra i bambini con la passione per il disegno e la voglia di raccontare, Andrea di voglia ne aveva tanta e questi giornaletti colpiscono proprio per questo. Si trattava di storie pensate, ragionate e poi disegnate. Da adulto Andrea ha realizzato alcune illustrazioni per ragazzi (“La settimana ha otto dì”) e due favole,  molto semplici, minimali , poi pubblicate, dalle  quali sono stati tratti dei cartoni animati che ai più piccoli piacciono molto.

La sua adolescenza, il suo crescere artistico, la sua maturità, ecco parlaci brevemente di questa fase della sua vita.

I miei genitori hanno acconsentito a che Andrea si allontanasse da casa molto presto. A tredici anni si è infatti trasferito a Pescara per frequentare un buon liceo artistico. La lontananza non è stata facile per nessuno e Andrea, soprattutto i primi anni, la soffriva molto. Per fortuna è stato accolto con molto affetto e calore dai suoi stessi professori, che      all’epoca erano anche molto giovani, con i quali si è instaurato un rapporto di stima reciproca e amicizia. Con loro ha  condiviso importanti esperienze formative, per esempio la fondazione della galleria d’Arte Convergenze, nella quale fece le sue prime mostre. In quel periodo Andrea realizzava quadri di grande formato che erano già un modo per raccontare e denunciare , quasi delle grandi vignette destinate però ad un pubblico ristretto. Era necessario per lui arrivare a quanta più gente possibile.  Per questo, in seguito, si è avvicinato al fumetto.

Andrea è stato un grande comunicatore, il suo modo naturale nel porgersi è stato ammirato da tanti personaggi pubblici, ecco parlaci del rapporto che aveva con Sandro Pertini?

Andrea nutriva per Pertini una grande ammirazione, che non aveva per nessun altro nella politica italiana. Lo ha disegnato a lungo e sempre con amore e rispetto, riservandosi un ruolo da “spalla imbranata” nelle avventure partigiane che li vedeva protagonisti.. Purtroppo non si sono mai incontrati di persona, anche se l’occasione si era presentata.

Roberto Benigni definisce Andrea come “L’albero del Paradiso”. Perché secondo te?

Questo dovreste chiederlo a lui…

 A un certo punto della sua vita artistica Andrea incontra Federico Fellini, ci puoi raccontare attraverso il tuo ricordo il perché?

Fellini contattò Andrea per il manifesto del film “La città delle donne”. Gli piaceva il suo disegno e non voleva un’immagine solo fotografica per il suo film. Andrea ha realizzato diversi bozzetti, ma alla fine è stato scelto un disegno che non c’entrava nulla e che Andrea aveva fatto per la sua fidanzata. Ma a Fellini  piacque quel volto imponente con tanti capelli.

Grande conoscitore del Caravaggio, amava l’arte in tutte le sue sfaccettare, se potessi “virtualmente” avvicinare per un attimo Andrea a un artista del passato a chi lo paragoneresti?

Non so, per la potenza del tratto e delle figure forse a Michelangelo, ma  la sua indole e il carattere mi fanno pensare più alla vita spericolata di Benvenuto Cellini.

In occasione della mostra, è stato istituito un Bando di Concorso da parte dell’Associazione Culturale ”La Farandola” con dieci Borse di Studio, indirizzata alle scuole secondarie di 1°grado e, le scuole secondarie di 2° grado. Questa iniziativa nasce con l’idea di proseguire un cammino che soprattutto per i giovani deve essere una”molla” per crescere e migliorare. Che cosa pensi di questa iniziativa?

Penso che sia senz’altro un’iniziativa lodevole che, in questo caso, contribuisce a far conoscere meglio il fumetto come strumento artistico e comunicativo. Molti ragazzi sono magari dei grandi lettori di fumetti, ma non sempre c’è in loro la consapevolezza del lavoro che c’è dietro. Prima ancora del disegno deve esserci un’ idea e una scrittura adeguata.

….. e all’Associazione Culturale “La Farandola”

Romina De Cesaris, è l’emblema dell’operatività e funzionalità di questa Associazione, le varie iniziative proposte sono da te coordinate affinché si raggiunga  sempre qualitativamente lo scopo finale. L’idea su Andrea Pazienza come è nata?  E quali sono gli  obbiettivi che si vogliono raggiungere?  

Il nostro intento è di comunicare, condividere con un pubblico più vasto dal punto di vista generazionale,  incentivando nel territorio l’importanza della cultura della manualità e della qualità artistica.

Il fumetto è considerato da alcuni, un’espressione di qualità inferiore rispetto ad una forma d’arte riconosciuta è invece, un’arte vera e propria con tutti gli ingredienti, creatività, abilità artistica, capacità di inventare e descrivere storie e tanto altro.

Realizzare questo, è importante soprattutto per i giovani, sapere, che ci deve essere una grande voglia di immaginare, sognare e raccontare, il tutto, con  grande amore e passione.

In futuro quale sorpresa L’Associazione ci riserverà?

Molte e… grandi sorprese! sempre propositive…con la voglia di credere nella ricchezza interiore e nella bellezza che la cultura ci regala.

Il Maestro Franco Massimi è il Direttore Artistico dell’Associazione a lui chiediamo conoscendo la capacità di comunicare con il mondo esterno dal punto di vista artistico: qual è la definizione che daresti al termine “arte”? e che cos’è l’arte al giorno d’oggi?

La forma d’arte per ognuno di noi è soggettiva, cambia ad ogni situazione della nostra esistenza…l’arte è la vita. Amo citare spesso una riflessione di Goethe di cui sono un appassionato stimatore, che dice non c’è via più sicura per evadere dal mondo, che l’arte,  ma non c’è legame più sicuro con esso che è l’arte.

C’è ancora spazio per l’arte nella nostra società?

Quando esterno che l’arte è la vita è come dire che la terra non può dare frutti senza acqua!

apparentemente un  deserto esiste materialmente, ma vive, quando cade il miracolo della pioggia quindi finché c’è la pioggia c’è la vita naturalmente…quindi l’arte non serve… ma è una necessità.

Sei partito artisticamente dalla “gavetta” lavorando con impegno, umiltà e immensa dedizione, forgiando con il tempo la tua esperienza fino a farla diventare “un dono raro”, qual è per te il ruolo dell’artista e quale messaggio vuoi fare arrivare al pubblico che visita la “Galleria Artistica” dell’Associazione?

Il ruolo dell’artista in questa società contemporanea è fondamentale perché è il termometro della società stessa. L’artista con la sua sensibilità e intuizione creativa il suo senso critico è capace di migliorare e cambiare la società.

Per esempio un artista comico  ci può regalare un sorriso facendoci dimenticare la drammaticità di un disagio del vivere, un poeta di portare un’emozione, un quadro può essere una gioia per gli occhi ed un arricchimento dello spirito questo è per me… il ruolo di un artista.

Questo evento è indirizzato alle scuole con il Bando di Concorso, hai riscontrato da parte dei ragazzi interesse particolare verso il fumetto? È possibile proporre dei corsi all’interno dell’Associazione unendosi eventualmente ad altre sinergie?

Più che un messaggio è l’idea di una filosofia ed è quella di seminare pezzi di storia d’arte del passato con l’arte contemporanea con uno sguardo nel futuro. In pratica bisogna immaginare di essere all’interno di una macchina del tempo. I giovani sono entusiasti di questo bando dedicato ad un personaggio sempre amato dai giovani.

Andrea Pazienza rivoluzionando il modo di fare  fumetto dalla fine degli anni ’70 alla fine degli anni ’80, ha rivalutato questa forma di arte contemporanea e di grande comunicazione, quindi  una scuola di fumetto lo trovo un fatto già compiuto e naturale.

interviste realizzate da Giuseppe Tramontana

Responsabile direzione editoriale La Farandola News

.