L’intercultura nel VII Municipio “Tradizioni e cultura dalla Romania nel VII Municipio”
2010
L’associazione, conosciuta dal pubblico per le sue serate-evento in cui le più diverse realtà artistiche si fondono tra loro, questa volta intende spostare lo sguardo oltre la visione artistica più classica per posarlo sulle espressioni meno conosciute. Per il primo esperimento di “fusione artistica” l’associazione ha scelto di portare alla luce l’immenso potenziale che racchiude la comunità romena. Una scelta ponderata, vista la massiccia presenza della popolazione romena sul territorio periferico, lo stesso in cui l’Associazione Culturale “La Farandola” sviluppa il suo senso artistico e creativo ormai da anni.
In collaborazione con il VII municipio e la Parrocchia Ortodossa Romena “Il Concepimento della Madre di Dio” l’associazione culturale ha deciso di dar vita alla manifestazione “Intercultura-Tradizioni e Cultura dalla Romania nel VII Municipio”, dal 13 al 18 novembre 2010.
L’evento è stato presentato il 13 novembre 2010, alle ore 10.00, presso le sale espositive dei laboratori artistici dell’Associazione Culturale “La Farandola” .
Gli intervenuti, accolti da Romina De Cesaris, presidente dell’Associazione, con la sua piccola Giada, tra lo sventolio delle bandiere romena e italiana sono stati introdotti nei luminosi locali de La Farandola dal servizio di accoglienza gestito dagli allievi dell’Istituto Superiore Virginia Woolf, coordinato dalla prof.ssa Anna Florenzi, sotto lo sguardo compiaciuto della preside prof.ssa Giuliana Ventricelli. Qui, nel teatro, sono stati eseguiti in successione gli inni nazionali prima romeno e poi italiano cantati rispettivamente dai cori dei due Paesi, seguiti da un benvenuto in versi in lingua romena declamato dalla dirigente scolastica Carla Mazzocchi della Scuola Media Statale Giovanni Verga, gratificata da scroscianti applausi.
Tra gli autorevoli intervenuti il presidente del VII municipio, Roberto Mastrantonio, l’assessore alla Cultura e Scuola Leonardo Galli, il consigliere comunale Alfredo Ferrari e quello municipale Alfonso Tesoro, la dirigente scolastica Lidia Cangemi dell’Istituto Livia Bottardi. E poi Mons. Siluan Span, del Patriarcato Ortodosso Romeno e vescovo della Diocesi Ortodossa Romena per l’Italia nonché membro del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena, padre Ilie Ursachi, parroco, e padre Marco Catargiu Ipodiacono ambedue della Parrocchia Ortodossa Romena “Il Concepimento della Madre di Dio” a La Rustica.
Uno scambio culturale d’elevato valore, dove la cultura della comunità romena si è potuta fondere con la nostra realtà artistica, mostrando le peculiarità della spiritualità legata all’arte oltre ad altri aspetti della tradizione romena.
La tradizione dell’icona nasce intorno al IV secolo d.C., ovvero quando la chiesa orientale si trovava ancora in unione con la chiesa occidentale.
Le icone sono il simbolo più conosciuto della spiritualità ortodossa e, spesso, gli esemplari più antichi di questa espressione artistica proveniente dalle chiese orientali sono stati protagonisti di aste internazionali con rialzi vertiginosi. Per i romeni – così come per i greci, i ciprioti, i russi – le icone sono soprattutto strumenti di preghiera. Un’analoga valenza è attribuita alle uova di legno decorate con i colori prescritti dalla liturgia ortodossa, con l’immancabile sfondo di foglie d’oro zecchino.
È stata una rassegna di cinque giorni che ha abbinato arte e spiritualità, creatività e curiosità. Gli incontri multiculturali, animati da giornalisti romeni, docenti della Sapienza e amministratori locali hanno arricchito la manifestazione dando l’opportunità di approfondire i punti di contatto e le differenze fra la nostra cultura e quella della comunità tra le più rappresentate a Roma. Più che un gemellaggio, “una fusione”, perché nella vita quotidiana le zone di periferia soprattutto offrono occasioni frequentissime di incontro. E non solo per lavoro. La Farandola, infatti, ha iniziato proprio dalla Romania la sua esplorazione nei percorsi artistici dei Paesi di recente ingresso nella Comunità Europea. Nelle sale dell’associazione e nei laboratori aperti al pubblico sono state esposte icone ortodosse e uova decorate arrivate appositamente dalle chiese e dai monasteri romeni, oltre agli abiti tradizionali dello stesso Paese.
Le icone sono un patrimonio irrinunciabile di tutta la cristianità, senza alcuna distinzione, dove la pittura non è solo una bellissima forma d’arte ma è anche un modo per vivere in maniera profonda e con una certa intensità la propria fede.
Per questo articolo si ringraziano
Federico Carabetta, Maria Frega e Maria Giovanna Tarullo









